Un Piano Alternativo per l'AST

La triste vicenda TK-AST, che sta attraversando la città, l’Umbria e il Paese è comunque generosa di orientamenti e riflessioni. Fra questi spicca la maturità operaia che, benché offesa nell’esercizio dei diritti, si preoccupa di curare l’ambiente di lavoro indipendentemente dalle soluzioni che le circostanze prospetteranno. Interrompere un sacrosanto sciopero per consentire la messa in sicurezza degli impianti e il completamento delle colate è un segno di attenzione per la funzionalità dei macchinari e di rispetto per la proprietà; un segnale preciso di appartenenza che travalica il rapporto di dipendenza e si pone a difesa di un principio di equità relazionale. Altrettanto senso di responsabilità è stato mantenuto in occasione delle manifestazioni di protesta: Prefetto, Sindaco, Organizzazioni di categoria e soprattutto gli operai a rischio di licenziamento, pur pressati dalle difficili condizioni createsi, sono riusciti a indirizzare la protesta in canoni di civile dissenso.

I giochi saranno decisi in sede europea. Il governo di Renzi, forte del suo semestre, dovrà trovare soluzioni in sede comunitaria, senza posizioni stereotipate, del tipo Italia-Germania, perché il problema non è più ternano, umbro o italiano, ma riguarda l’eccellenza europea della siderurgia da contrapporre alla concorrenza mondiale.

Un ruolo di preminenza dovrà svolgerlo la Commissione Antitrust della UE, sulla quale pesano le responsabilità di aver concorso a provocare, con i suoi ritardi decisionali, l’incancrenirsi della crisi.

Si avverte, intanto, un disagio che rischia di trasformarsi in debolezza: l’assenza di una politica capace di disegnare scenari più certi per il futuro della Comunità, ma anche dell’Italia. Sembra che si stia cedendo ad una sorta di pericolosa rassegnazione, di deleteria apatia o colpevole rinuncia. Se non ci saranno strategie di politica industriale ben delineate, la possibilità di una deriva è sempre in agguato. Le leggi di mercato non hanno più confini regionali o nazionali, ma si proiettano su palcoscenici mondiali. Le eccellenze vanno salvaguardate, difese e incrementate nell’interesse di tutti. E’ questa l’occasione da cogliere per predisporre un piano alternativo in grado di offrire prospettive di crescita agli Acciai Speciali, alla integrità del sito e volumi produttivi tali da garantirel'occupazione, anche con l'intervento dello Stato. Solo così l'AST può rientrare a pieno titolo sul mercato. Il ridimensionamento non è la soluzione. Semmai, la tomba della trattativa e delle opposte posizioni.

Da questa visione di responsabilità e consapevolezza delle parti in causa, deve trarre spunti costruttivi il ruolo che TK, e in genere ogni multinazionale, è chiamata a svolgere nel contesto in cui opera: sia in termini di relazioni umane, sia riguardo al rispetto della sicurezza e dell’ambiente, rivelandosi, quest’ultimo essenziale ai fini della continuità operativa. Ferve l’attesa per le prossime mosse che si faranno all’interno della conclusione della crisi, priva comunque di soluzioni scontate, destinate, quindi, a scelte sofferte. Di questo dramma, che si aggiunge ai tanti altri che quotidianamente arricchiscono la cronaca, l’eco della stampa e della comunicazione deve farsi sentire. All’impegno giornalistico locale deve far seguito l’appoggio dell’informazione nazionale, troppo distratta e quasi assente finora.


Terni, 4 agosto 2014



Ing. Giocondo Talamonti
(Associazione "Enrico Berlinguer")