Fermatela... prima del "dramma sociale"

L'Europa non può stare a guardare nel momento in cui ha procurato il danno con il protrarre i tempi per "salvare" Outokumpu e poi nel consentire l'operazione finanziaria Outokumpu-ThyssenKrupp.

D'altronde alcune avvisaglie di TK si erano giĂ  avvertite, Il Presidente di TK Italia Klaus Schmitz dopo la sentenza di condanna per omicidio volontario di Espenhahn si esprimeva così: "...(a seguito della) situazione che si è venuta a creare con il verdetto di Torino sarĂ  difficilissimo lavorare da voi"(dal Giornale dell'Umbria del 18.04.2011). Sulla stessa linea gli altri giornali rimanendo ai soli titoli "C'è il rischio che il processo lo paghino i lavoratori di Terni"; "Thyssen Lo sfogo del presidente Schmitz dopo la sentenza di condanna per Espenhahn 'SarĂ  difficile lavorare in Italia' "(Corriere dell'Umbria 18.04.2011); analogamente un riquadro del Messaggero del 18.04.2011"Il presidente di TK Italia Klaus Schmitz: 'Vogliamo restare, ma ora sarĂ  difficile lavorare da voi". Nonostante questo il Presidente Almunia ha consentito che la Thyssen si riprendesse l'AST senza un piano Industriale (investimenti, volumi produttivi, occupazione, compattezza del sito). 

L'Associazione "Enrico Berlinguer" invita tutti, a tutti i livelli, a stringersi intorno alla "Terni" in questo momento in cui si avvertono i sintomi del dramma. L'amministratore delegato che si fa scortare non è un bel segnale. Perché? La chiusura anticipata estiva, lo scioglimento dei consigli di amministrazione delle partecipate (SdF, Tubificio, Aspasiel), la diminuzione e retrocessione dei Dirigenti a quadri, i contratti in essere con le agenzie interinali non rinnovati, il prevedere una sola linea di produzione rispetto alle due attuali con volumi produttivi che fanno prevedere esuberi di personale pari a 550 lavoratori tutti giovani con una età media di quarant'anni...

Certo è difficile darsene una ragione quando si discute di un gioiello della siderurgia Italiana ed europea per quanto riguarda gli acciai speciali e un'azienda che rappresenta il 20% del PIL dell'Umbria e il 40% dell'export regionale.

I tempi sono stretti e occorre intervenire subito perché non venga messo in atto un ridimensionamento produttivo e occupazionale.

L’appello è rivolto al Presidente Matteo Renzi, in primis, ma anche a tutti i parlamentari italiani ed europei che, con le istituzioni umbre (Comune, Provincia e Regione) devono attivarsi per difendere il territorio. Non sono escluse dal coinvolgimento le associazioni datoriali che, insieme alle parti sociali, devono far sentire la loro voce, mantenendo il dialogo con il management. 

Fra le possibili soluzioni, si potrebbe prevedere l’acquisizione delle Acciaierie di Terni da parte dello Stato per mezzo di risorse della Cassa Depositi e Prestiti, o ipotizzare la costituzione di una nuova IRI, coinvolgendo (a garanzia del ruolo strategico di questa Azienda), la C.D.P. (Banca controllata per il 70% dal Ministero dell’Economia). 

I temuti tagli potrebbero essere mitigati da uno "scivolo" a vantaggio di lavoratori prossimi alla pensione, per incentivare l'esodo, o allargare le condizioni di riconoscimento di rischio amianto ad un numero di lavoratori comunque esposti al pericolo.

Materia ce ne è per non soccombere. Ma la volontà?

La politica industriale italiana non può permettersi di dipendere da altre realtà estere, seppure comunitarie.



Terni, 1 agosto 2014 

Giocondo Talamonti
(Associazione" E. Berlinguer")