Io so' io e voi nun siete un cazzo


ll centrodestra, che grida allo scandalo quando gli si fa notare la caduta di stile del premier in fatto di apprezzamenti muliebri, dovrebbe essere richiamato sia al rispetto delle istituzioni, a cui sono tenuti tutti i cittadini di uno Stato, sia a quello dei singoli, in quanto portatori sani di dignità.
Fatta salva la libertà di ciascuno di percorrere le vie del sesso che ritiene più confacenti ai propri bisogni psicologici e al proprio sviluppo o regresso mentale, c'è un comune senso del pudore che va, comunque, rispettato e al quale, quando violato, non si può rispondere come faceva il Marchese del Grillo: "fo' come me pare, perché io so' io e voi nun siete un cazzo".L'aspetto avvilente dell'intera vicenda sta nel fatto che non ha scosso minimamente chi è pagato dallo Stato per difendere le pari opportunità degli italiani, forse chiuso nel mutismo del beneficiato di turno, e che le bugie a dosi industriali che hanno ridicolizzato l'interessato non hanno prodotto il giusto risentimento della pubblica opinione.
Ciò può significare due cose: che l'Italia si è abituata alle sconcezze, grazie agli spettacoli televisivi indecenti che hanno impazzato per anni, oppure che i media hanno monopolizzato l'informazione minimizzando gli effetti tragici che rivestono i fatti. Nell'uno o nell'altro caso si arriva alla stessa conclusione: siamo nella cacca.
Giocondo Talamonti