La ricetta per
crescere può essere riassunta in tre regole: durare, condividere e rigenerare.
L’Economia
Circolare esprime un’idea di economia che possa “auto-rigenerarsi”, ovvero un
sistema economico in cui lo sviluppo è legato ai principi dell’utilizzo di
risorse rinnovabili e al limitato consumo di risorse finite con conseguente
riduzione dei rifiuti. L’applicazione di tale lettura è demandata alle aziende,
in una logica di rinnovamento generale dei processi produttivi e organizzativi.
La Rigenerazione Aziendale è il percorso, in
cui l’impresa dà il via al tutto, non affidandosi solo all’idea di produrre profitto.
Rigenerare significa intervenire sulla propria essenza, mettendo a frutto
quelle idee di passione, innovazione, qualità, che sono alla base del progetto.
Il termine
“rigenerazione” è entrato da alcuni anni nel linguaggio delle discipline che si
occupano di ambiente aggiungendosi a termini tradizionali di uso urbano come
“riqualificazione, ristrutturazione, recupero, restauro”.
Una modifica
lessicale?
No, un concetto
nuovo perché rigenerare vuol dire modificare il pre-esistente, per utilizzarlo
in modo diverso.
Ma per quale ragione parliamo di
rigenerazione?
Negli ultimi
trecento anni si è verificato il più grande incremento di popolazione nella
storia dell’umanità (da circa 800 milioni di persone nel 1750 contiamo
attualmente 7.6 miliardi circa).
La principale
conseguenza è la formazione di immense periferie urbane, nelle quali domina il
degrado edilizio e sociale ed è assente qualsiasi traccia di qualità della
vita.
La questione
ambientale, ha portato a dover riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente,
cosa che durante la rivoluzione industriale non era stata presa in alcuna
considerazione. I tre fattori principali dell’ambiente naturale: acqua, aria,
suolo sono stati usati, consumati e alterati senza alcuna attenzione,
considerando il tutto come un fatto normale e privo di conseguenze.
.
I primi grandi disastri ecologici risalgono agli anni
sessanta e sono stati il campanello d’allarme di ciò che avrebbe potuto
accadere in futuro.
All’inquinamento delle acque e dell’atmosfera
e alla distruzione di interi ecosistemi locali, altri macro fenomeni si sono
aggiunti per effetto del mancato rispetto dell’ambiente.
L’emissione di CO2,
il buco dell’Ozono, i cambiamenti climatici, la desertificazione e l’accumulo
di rifiuti hanno fatto nascere la consapevolezza di dover intervenire per
interrompere il ciclo perverso del deterioramento dell’ambiente - aria, acqua,
suolo – e ricostituire il ragionevole equilibrio tra Uomo e Ambiente.
Nelle grandi concentrazioni urbane, l’incremento
della popolazione ha causato nuovi effetti di inurbamento e consumo ambientale,
quali ad esempio:
·
L’inquinamento
·
La
congestione del traffico
·
Lo
smaltimento dei rifiuti
Fenomeni di degrado che a ben vedere sono riconducibili all’abusivismo, alla
speculazione edilizia e alle scelte sbagliate di natura urbanistica e
architettonica.
Il concetto della rigenerazione urbana strategica per raggiungere uno sviluppo
urbano è stato introdotto, nel 2010, con la “Dichiarazione di Toledo” che
individua nei seguenti punti le sue caratteristiche:
a)
più intelligente, con la promozione di un’economia basata sulla conoscenza,
l’innovazione e la cultura;
b)
più sostenibile, grazie ad un uso più oculato ed efficiente delle risorse;
c)
più inclusivo, con la promozione di un alto tasso di occupazione e la ricerca
di coesione sociale e territoriale.
Una particolare applicazione dei principi, dei metodi
e delle tecniche della rigenerazione urbana e ambientale è già stata messa in
atto nei casi di aree industriali dismesse.
Si tratta di un
fenomeno ormai molto diffuso e anche a Terni, città di tradizione industriale, si
possono registrare interessanti esperienze (area Bosco, area Siri, area
stabilimento di Papigno etc.).
La rigenerazione, parola d’ordine del
futuro, va oltre il concetto di sostenibilità perché non riguarda solo il non produrre
danni, ma anche il far sì che danni precedenti vengano riparati.
Giocondo Talamonti