La situazione di Terni e dell’Umbria presenta in
questo momento una quantità di problemi che richiedono di essere approfonditi e
risolti con urgenza.
Si tratta di difficoltà economiche e sociali che
indicano chiaramente che la crisi è tutt’altro che superata. La città di Terni
è priva oggi di una identità e di un progetto partecipato e condiviso,
soprattutto imputabile ad una classe dirigente non all’altezza della
situazione.
Tra la gente sono sempre più diffusi il disagio, il
malcontento e, ciò che più preoccupa, la
crescente rassegnazione e sfiducia verso la concreta possibilità che i problemi
attuali possano essere affrontati e
risolti.
Occorre una svolta, che si può realizzare solo se,
insieme, si riesce a creare la condizione per una mobilitazione generale
dell’intera popolazione ternana e di tutte le rappresentanze della stessa.
L’Associazione Politico-Culturale “E. Berlinguer” il cui scopo principale è
quello di contribuire al confronto politico sulla situazione della nostra città
e dell’intera Regione Umbria, ha elaborato un proprio documento contenente
valutazioni e proposte sulla situazione sopra descritta.
Con la speranza che la S.V. voglia prestare
attenzione al contributo allegato, Le proponiamo di cooperare nel favorire il
risorgere di quella capacità necessaria a rendere possibile una politica di
ripresa e sviluppo.
Cordiali saluti.
Il
Segretario Il
Presidente
Ing.
Giocondo Talamonti On.
Mario Andrea Bartolini
DOCUMENTO POLITICO
Il documento vuole rendere più
chiare ed evidenti le cosiddette “priorità” e i problemi concreti ed urgenti
presenti nella realtà ternana in questo momento, cercando di utilizzare il
metodo della prevenzione, anziché sanare a posteriori le carenze che vengono
riscontrate.
La situazione di Terni e
dell’Umbria, aldilà dell’ottimismo fuori luogo e infondato, mostra segni di
peggioramento che destano una seria preoccupazione fra gli analisti e, quindi,
tra la gente.
Ciò dimostra che le Istituzioni,
le forze politiche, il Sindacato, l’associazionismo, il mondo della Scuola,
dell'Università e della Cultura non stanno facendo quanto sarebbe necessario.
La situazione socio-economica della città è critica sotto ogni aspetto e
coinvolge tutti.
Lo statu quo è fortemente
aggravato dalle pastoie politiche prodotte dalle beghe interne al Partito
Democratico, che si proiettano immancabilmente nel quadro di governo di Terni e
dell’Umbria.
Diventa indispensabile progettare
una svolta che veda l’impegno di tutti, nessuno escluso. Bisogna creare a Terni
e in Umbria un clima unitario e propositivo quale si creò, con splendidi
risultati, al momento del regionalismo e del Piano Regionale di Sviluppo
Economico dell’Umbria.
Le questioni da porre al centro
della parte propositiva sono le seguenti:
- Individuare una nuova identità ed un progetto per il futuro;
- Disporre di un Piano Industriale idoneo a incentivare l’occupazione;
- Avanzare proposte precise per la salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza.
A quanto sopra deve affiancarsi
un fattivo progetto culturale che parta dalle scuole e investa, più
genericamente, l’istruzione e la formazione con le relative connessioni
(Innovazione, Tecnologia, Sviluppo), fino a toccare la questione del
mantenimento e sviluppo delle Facoltà Universitarie e delle relazioni tra
Scuola, Università e mondo del lavoro.
Non ultima cura deve essere
riservata alla concretezza delle politiche sociali, soprattutto quelle che
riguardano specifiche categorie: anziani, disabili, immigrati e povertà in
generale.
Si ritiene necessario definire
questa programmazione e queste iniziative con decisioni partecipate e condivise
fra tutti i cittadini, ma è basilare intervenire, incidere, veicolare,
condizionare le scelte sia provenienti dal pubblico che dal privato.
Premesso che lo stato in
cui versa la città, reduce da problemi occupazionali legati alla maggiore
industria cittadina (solo parzialmente risolti), ancora febbricitante per gli
effetti della grave crisi economica, scossa da urgenze che si rinnovano senza
soluzione di continuità, impone ritmi difficilmente sostenibili da una realtà
politica sfiancata da mille traversie, C’è la convinzione che la reazione più
immediata debba orientarsi verso il lavoro, l'occupazione giovanile, la
giustizia sociale, in sintonia con la nostra Costituzione. Il recente cambio del management aziendale
della TK-AST anziché rassicurare il futuro, desta preoccupazione perché non sono
chiari le reali intenzioni della multinazionale tedesca sul sito ternano e sul
suo assetto societario produttivo ed occupazionale. Anche l'incontro al MISE
per la verifica dell'ultimo accordo, non ha sciolto i dubbi, viste le
dichiarazioni di segno diverso tra Comune e Regione da una parte, il
parlamentare ternano dall'altra e tra le stesse OOSS. La posta in gioco e'
troppo importante per Terni e l'Umbria e richiede intelligenza, unità e
determinazione. E'
indispensabile conoscere il vero piano industriale e gli investimenti previsti
per verificarne in concreto gli impegni sulla valorizzazione del sito di Terni.
Il lavoro, architrave della
Costituzione, deve essere centrale perché è quello che dà dignità alla persona
e rappresenta la sfida più significativa che deve affrontare la politica per
essere strumento utile per i lavoratori. La crescita della disoccupazione, in
particolare per i giovani, la perdita del valore sociale del lavoro, la
cancellazione dei diritti che garantivano dignità e l’aumento della povertà
richiedono un cambio di passo immediato, concreto, efficace. I dati diffusi
dall’ISTAT e relativi al mese di febbraio 2016 sono tutt’altro che positivi.
Ciò indica che gli incentivi regalati alle imprese non hanno prodotto i
risultati attesi. Il tasso di disoccupazione è pari a un 11,7% (con una
crescita mensile dello 0,1%). Solo
cercando bene, si può riscontrare qualche miglioramento dei dati: il tasso
della disoccupazione giovanile è leggermente calato dello 0,2%, ma rimane
sempre il più alto tra i paesi europei 39,1%. Per contro, sul fronte della
sicurezza, al 31 marzo 2016, i lavoratori morti sui luoghi di lavoro sono 135
(+9,8% rispetto a fine marzo 2015 quando erano 120).
Anche l'utilizzo del buono del
lavoro o voucher, nato per regolarizzare il sommerso, ma che si è diffuso
nell’edilizia, nell’agricoltura, nella ristorazione e nel commercio, va seriamente
controllato perché non serva a coprire abusi di orario di lavoro e un utilizzo
improprio della prestazione d’opera.
Le cifre sull'occupazione
smentiscono l’ottimismo del governo e dimostrano come il “jobs act” non serva a
produrre lavoro, ma a mettere in difficoltà chi già lavora. La crescita tanto
reclamizzata dovuta unicamente alle regalie fatte all’imprenditoria non ha
consentito di raggiungere risultati sensibili sul lavoro se non quello di
permetterle l’accrescimento dei propri profitti e l’abbattimento dei costi di
esercizio.
Servono un Piano Industriale e politiche del
lavoro che diano alle imprese le opportunità di svolgere la loro attività con
il giusto profitto, ma in grado di creare sviluppo, crescita dell’occupazione e
soprattutto incidere sui processi industriali sotto il profilo della qualità. E’,
inoltre, importante che le aziende impieghino
parte del fatturato per fare investimenti, innovazione, export, perché l'internazionalizzazione dell'attività consente, più facilmente, di
aggredire nicchie di mercato e individuare zone per la commercializzazione più
vantaggiose.
Quanto all’inserimento nel mondo
del lavoro va affrontato lo stringente "problema occupazionale dei
giovani”, che oltre ad essere legato allo sviluppo economico e sociale del
territorio, va sviluppato nell’imprenditorialità con una crescita e sostegno
alle start –up (piccole imprese di qualità).
La crisi ha colpito duramente anche il Commercio. A Terni i locali di
Via Garibaldi, una delle vie storiche dello shopping ternano stanno
gradualmente chiudendo. Un declino che si sta allargando a macchia d’olio e che
investe anche i settori dell’edilizia e del manifatturiero. Iniziato da qualche
anno, oggi sembra avere raggiunto la sua punta massima. E' il caso di prendere in
seria considerazione il problema per arrestarne il fenomeno.
In tale ottica, il
ridimensionamento delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato,
Agricoltura, realtà della Pubblica amministrazione, va visto come un
aggravamento della situazione. C’è il pericolo che prevalga la logica dei tagli
con la soppressione di alcune sedi, anziché quella della riorganizzazione
dell’efficienza del sistema camerale. Quali conseguenze per Terni in termini
organizzativi e localizzativi?
L'Europa con i fondi strutturali e di investimento ci
offre un'opportunità che deve vedere la nostra Regione, e con essa la nostra
città, protagonista con progetti, programmi e piani di lavoro da sviluppare in
sinergia. Non facciamoci sfuggire ciò che l'Europa ci offre. Nel Turismo si può attivare, con politiche
incentrate su azioni concrete e con una progettazione all’interno di Agenda Urbana, un utilizzo mirato dei
fondi europei previsti nella programmazione 2014-2020. Un’adeguata promozione
turistica, fatta di manifestazioni culturali e sportive, e di valorizzazione
degli scavi di Carsulae, lago di Piediluco, Cascata delle Marmore, la città di San Valentino etc.
è necessaria allo sviluppo del territorio. A volte la mancanza di esperti e di
idee progettuali impedisce di utilizzare tali fondi. Su questo settore bisogna
muoversi con la dovuta attenzione.
Un buon programma energetico deve accompagnare quello proposto per le
infrastrutture e per l'Università.
I problemi ambientali ad esso
connessi (riscaldamento globale, inquinamento, esaurimento delle risorse,
deforestazione, ecc.) investono la cultura del risparmio energetico, e un
urgente cambio dello stile di vita e di modello di sviluppo.
Per limitare l'inquinamento
atmosferico occorrono azioni strutturali, culturali e di ricerca sulle energie
rinnovabili.
Le fonti inquinanti della nostra città sono molteplici: traffico,
riscaldamento, industrie, inceneritori... I procedimenti finora adottati,
blocco del traffico, targhe alterne, o ridurre il riscaldamento domestico di
qualche grado non è sufficiente. E’ impellente che la cittadinanza ternana
acquisisca un atteggiamento di maggiore consapevolezza nei confronti del
problema, così come è necessario che tutte le forze politiche e istituzionali
si attivino per promuovere nei settori di competenza l’opportuna opera di
sensibilizzazione.
In questo contesto il
mantenimento e il potenziamento dei laboratori ARPA, nella città di Terni, è
essenziale per la comprensione dei fenomeni di inquinamento e la tutela della
salute pubblica.
Il Progetto per il futuro, oltre
a prevedere uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, non può non
tener conto di questioni collaterali:
-Il recupero dello scarso patrimonio culturale e immobiliare
cittadino, finora ferocemente compromesso dalla penuria di mezzi finanziari e
posposto a inesauribili impellenze sociali.
Un preoccupato pensiero va al
Teatro Verdi, uno dei “simboli” più importanti della cultura ternana,
protagonista e testimone della storia della città, riferimento di infinite
pagine della crescita di Terni, oggi inutilizzato e inutilizzabile per i noti
impedimenti all’agibilità della struttura. Abbandonarlo all’incuria è un lusso
che la città non può permettersi; rinunciare agli apporti culturali che un
teatro comporta per la vita dei ternani, impoverirebbe ancora di più le
aspirazioni locali ad alternare agli impegni quotidiani, almeno una minima
ricreazione dello spirito.
E’ anche in questa direzione che
il bilancio comunale deve guardare. Non è sempre una questione di soldi: tenere
operativa una struttura può essere motivo di stimolo e di speranza per le
attese dei cittadini che non possono e non devono nutrirsi di solo lavoro. Sul
piano pratico, è innegabile che affrontare la ristrutturazione costa molto, ma
se continuiamo a dircelo senza mai iniziare, si condanna il locale alla
chiusura definitiva. E’ ipotizzabile un iter di recupero graduale, iniziando
dalla messa in sicurezza, dall’abbattimento delle barriere architettoniche, dal
rifacimento della parte scenica, facendo ricorso a fondi pubblici (Beni
culturali, Regione, Comune) e privati (Fondazione Carit e altri).
-In tema di recupero del patrimonio immobiliare e museale reclamano interventi:
il Palazzo Primavera, gli studi di Papigno, la Fontana di Piazza Tacito, i
Parchi, le strade e i monumenti, il patrimonio culturale e storico della città
(il riferimento è al materiale storico della “Bosco”, stipato nei locali dell’Itis, all’archivio privato "Alterocca",
le testimonianze dell’archeologia industriale e il progetto dell'ICSIM “Museo
Territoriale”), l’ex palazzo sanità, la Caserma della Polizia, l’edificio della
banca d'Italia, il Tulipano, il recupero area dell'ex Gruber (luogo che
appartiene alla storia identitaria industriale della città) etc.
-Sempre nell’ottica della
riattivazione di strutture avviate ad un mesto abbandono, non va trascurato il
futuro degli studi di Papigno. Al riguardo, ci si sta muovendo, con passi di
lumaca, per riottenere il bene da Cinecittà ed utilizzare gli immobili per
attività diverse: sport ambientale, imprese creative e cinema, archeologia
industriale.
-Da un punto di vista culturale e
con l’idea di arricchire il territorio di richiami turistici, non si può
trascurare Il Telamone, una delle testimonianze archeologiche più significative
della nostra città (al momento parcheggiata a Perugia). Si è in attesa che la
Soprintendenza sciolga le riserve che impediscono la restituzione a Terni. Stesso
discorso va fatto per il Museo delle Armi che dovrebbe essere ormai da tempo
attivato presso la locale Fabbrica.
-Analoga attenzione reclama la
Fontana di Piazza Tacito, in paziente, esasperante attesa di completamento.
Meno impegnativo finanziariamente è l’obbiettivo di restituire decoro e dignità
ai parchi cittadini, come Parco "Le Grazie", Parco di Via Rosselli, Parco
Cardeto e, infine, il Parco, non ancora inaugurato, dietro la scuola media
Matteotti e già in stato di degrado. Altrettanta cura richiede la manutenzione
di strade e monumenti (persino la tomba
dei garibaldini, al cimitero di Terni è in totale abbandono. La qual cosa ha
generato turbamento e indignazione fra i cittadini ternani che nella memoria
conservano la coscienza collettiva della storia).
- L'Istituto Superiore di Studi
Musicali Briccialdi. Ha un radicamento
popolare che per professionalità e qualità dei corsi ne fa uno dei più
prestigiosi d’Italia. E’ vero che il Comune non è più in grado di sostenere da
solo questa istituzione culturale, ma la soluzione va trovata nell’intervento
condiviso di Regione e Fondazioni, con un ruolo incisivo da parte del Comune di
Terni.
Partecipate
Bisogna fare in modo che le
attività, dove proprietario o comproprietario è il Comune, producano utili. Il
riferimento è alle Farmacie (AFM), all’ASM a Terni Reti, etc. Dalle partecipate
devono venire risorse da impiegare nel sociale, nella manutenzione
conservazione dei beni culturali della città.
Università
Occorre mirare alla definizione
di un progetto sul rapporto tra presenza universitaria e politiche di sviluppo
produttivo e occupazionale. Gli indirizzi universitari nella nostra città
devono essere legati allo sviluppo economico e per questo il sistema di
relazioni fra l'università ternana e il mondo delle imprese deve essere sempre
più potenziato. La qualità del servizio è prioritaria sul tipo di governance
universitaria territoriale.
Considerato che certe iniziative
di ricerca orientate ai settori delle biotecnologie, delle cellule staminali,
della lotta alla malaria non si sono concretizzate, quali sono le condizioni
perché un polo universitario possa sussistere a Terni?
Si è dell'opinione che le
Università possono sorgere solo se sono specializzate e se si crea un idoneo
ambiente universitario, tale da rendere attrattiva la sede universitaria con
docenze riconosciute e corsi adeguati alle tecnologie emergenti.
La ricerca è fondamentale per lo
sviluppo tecnologico e terreno fertile per produrre opportunità (Centri di
Ricerca nelle aziende –multinazionali- ; costituzione di cluster, in ambito
industriale).
La formazione nel polo di Terni è
impostata su indirizzi classici. Occorre spostarne l'asse su:
- Industria manifatturiera in evoluzione (IV rivoluzione Industriale);
- Chimica verde ed economia del riciclo;
Più le istituzioni saranno vicine
ai giovani con l'affrontare i problemi di logistica, dei trasporti, dei servizi
etc. più si potrà contare su Terni come città universitaria.
Per accompagnare questi processi
innovativi è fondamentale ricostruire un rapporto di reciproca fiducia con le
banche.
Il problema più immediato è il
reperimento dei finanziamenti destinati ai Ricercatori per il biennio
2016-2017, fino al recente passato sostenuti dal Consorzio, ormai superato
dall’uscita della Camera di Commercio, dell’Associazione degli Industriali e
della Fondazione Carit.
La mancanza di tali fondi mette a
rischio la sussistenza di tutti i corsi di laurea presenti nel territorio:
Ingegneria, Economia e Scienze dell'Investigazione di Narni.
Non può sfuggire la complessità
della situazione che si può così sintetizzare:
- Per il mantenimento dei corsi universitari (biennio 2016/2017), è urgente reperire almeno 500mila€. Dove e come reperirli? Ed ancora: quanto tempo occorre per farlo? Neanche il tempo ci viene in soccorso; è proprio in questo periodo che vanno presentati al Ministero i corsi da portare avanti;
- La ventilata aggregazione delle due aziende ospedaliere può mettere in discussione anche i corsi di medicina e chirurgia e il futuro degli studenti iscritti a Terni che si vedrebbero costretti a trasferirsi a Perugia;
- La nuova riorganizzazione territoriale in "macroregioni" mette in forse il mantenimento del Polo universitario ternano.
Sanità
Neppure la sanità ternana è
esente da criticità superabili con una migliore organizzazione e
ristrutturazione organizzativa. Ci sono aspetti non tollerabili, quando è la
salute in gioco. Da ciò deriva un concreto impegno all’ eliminazione del
gravissimo fenomeno delle “liste di attesa” e dei “posti letto” collocati nei
corridoi, dei “ritardi nei referti” di alcune analisi, fatte eseguire fuori
sede, di "assistenza a pagamento in ospedale", di malati
"appoggiati" in altri reparti disponibili, di “pronto soccorso”,
vissuto da tutti, operatori e assistiti, come una vera e propria trincea.
Questi i punti più salienti.
C'è poi la "medicina
territoriale" che deve tradursi in un potenziamento di strutture socio
sanitarie (non solo come risorse umane ma anche come tecnologia), tali da
ridurre la richiesta di prestazioni in Ospedale. Le problematiche di salute
della popolazione anziana e di soggetti più deboli in aumento, richiedono una
adeguata e funzionante organizzazione che pone al centro l’etica dei
bisogni.
Di fronte a tale situazioni si
assiste all’avanzata del privato e all’arretramento del servizio pubblico; ne
sono un esempio lo sbocciare di strutture private il cui ticket per le prestazioni
è circa uguale a quello pubblico. E' questa la strada che si vuole
imboccare?
Politiche
sociali
La crisi economica, la
disoccupazione, la precarizzazione delle situazioni di lavoro e la contrazione
dei consumi, hanno esposto, di fatto, sempre più individui ad una condizione di
vulnerabilità e povertà.
Le “nuove povertà” sono generate,
fra l’altro, da un senso di insicurezza ed instabilità, in cui si ritrova il
soggetto tanto a livello lavorativo quanto nelle relazioni sociali. Occorre
perciò mettere in atto vere e proprie strategie e azioni per contenere gli
sfratti, incoraggiare la coesione sociale, accrescere l’assistenza e la
giustizia sociale.
Coinvolgere i Centri sociali nei
progetti Regionali che utilizzano i fondi europei in materia di:
- Integrazione degli immigrati;
- Ruolo della Consulta comunale per l’integrazione sui problemi di sicurezza;
- Tutela del ruolo degli anziani nella società;
- Educazione permanente
Sicurezza
sociale
Difesa della “vivibilità” e della
moralità della nostra città, contro la diffusione della droga, della violenza e
del malcostume di ogni genere. Sviluppo dei sistemi di videosorveglianza per la
sicurezza con sgravi fiscali da parte di quei cittadini che con impianti
privati intendono mettersi in rete, a monitoraggio del territorio con il
sistema istituzionale.
Monitoraggio
sulle assunzioni dei disabili
La maturità di ogni comunità che
si dichiari evoluta si misura sul grado di dignità assicurata a tutti senza
riserva alcuna. E’ opportuno istituire, in tale ottica, una commissione per il
monitoraggio dei disabili assunti da parte degli enti pubblici e privati,
verificando anche il tipo di attività.
Macroregioni
Nel clima di cambiamento che
coinvolge un po’ tutti e dove sembra prevalere l’opinione che la soluzione sia
scontata e già predisposta, si corre il rischio di una passività irresponsabile
e di una sostanziale incapacità di elaborare valutazioni e proposte su di un
argomento molto importante per il futuro della nostra Regione.
La difesa dell’Umbria e della sua
storia può costituire un laboratorio di interesse nazionale. Difendere e
mantenere la propria identità non significa escludere la possibilità di
promuovere e realizzare rapporti di collaborazione con tutte le altre Regioni
dell’Italia Centrale, anzi potrebbe evitare i pericoli di un’annessione pura e
semplice.
E’ opportuno che il dibattito sulla possibile
soluzione sia aperto a tutti: Regione, Comuni, forze politiche e sociali, mondo
della scuola, dell’Università e della cultura, rete dell’Associazionismo e del
Volontariato.
Ognuno esca dall’attuale sostanziale
indifferenza e si impegni in un grande sforzo di ricerca e di confronto con proposte
da sottoporre all’attenzione di coloro che saranno chiamati a decidere.
Si propone per questo
l’attivazione di un gruppo di studio sulla trasformazione dei territori
dell’Italia centrale in “macroregioni” e un Convegno finalizzato alla
elaborazione di un vero e proprio “progetto”.
Ruolo
dei quartieri
Lo spirito è quello di accendere
i riflettori sulle esigenze provenienti dalle varie zone della città e
raccogliere le istanze provenienti dal basso.
Ascoltare, capire e conoscere i
problemi reali della gente del Quartiere, una volta compito dei comitati, delle
sezioni di partito e successivamente delle Circoscrizioni, negli anni è
profondamente cambiato.
Occorre trovare il modo di
operare perché ostacoli, freni, ritardi, inconvenienti che creano problemi
siano affrontati e possibilmente risolti.
Lo
Sport
Sostenere lo sport per tutti e a
misura di ciascuno, attraverso iniziative amatoriali in grado di richiamare
gente che hanno a cuore la cura della propria salute e del benessere e che
danno una spinta notevole all’economia.
Le
infrastrutture
- Il
completamento della Terni-Civitavecchia, arteria irrinunciabile per il
collegamento al mare delle province di Terni, Viterbo, Rieti e dell’Interporto
di Orte, è ancora oggi una priorità strategica. Il
Patto di territorio, siglato il 4
agosto 2005 presso la presidenza del Consiglio dei ministri, prevedeva la qualificazione e l’ampliamento del
sistema infrastrutturale e logistico per il trasporto e la distribuzione
delle merci, utilizzando il porto di Civitavecchia.
- l’Interporto Centro Italia, con sede ad Orte,
fu valutato dalla Regione infrastruttura di avanguardia tecnologica, posta
strategicamente in un importante nodo ferroviario e autostradale facilmente
collegabile al porto di Civitavecchia.
Quasi
completato, non si parla più di decollo. Pare
evidente che se qualcuno s’è ravveduto ora, qualcun altro si sia sbagliato
prima.
-metropolitana
Terni - Cesi. Oggi è quasi finita ed è in completo abbandono.
Il tema
della pace
Uno dei temi su
cui
dobbiamo tornare ad interrogarci con
serietà è quello della pace e del
destino dell’Italia. L'Italia è in missione di
pacificazione in terre ove ci si scontra per ragioni diverse, ma principalmente
per interessi economici che prevalgono su tutto. Nonostante gli intenti, i fronti di conflitto sembrano allargarsi e si
intravedono spiragli e venti di guerra più estesi, aggravati peraltro da atti
di terrorismo internazionale. Il concetto di cooperazione fra i popoli, i temi
della pace, della libertà e della democrazia devono tornare ad interessare
l'agenda politica avvalendosi di tutti
quei soggetti che in qualche modo
possono influenzare l’intera popolazione: la scuola, le parti sociali, il
sindacato e le associazioni tutte. L'Istituzione deve essere il punto di
riferimento, per tornare a riflettere, sui già vissuti periodi della
storia e per ricordare che la nostra libertà e democrazia sono frutto del
sacrificio di tanti.
Per costruire un mondo di pace, di
eguaglianza, di giustizia sociale e per riaffermare i diritti umani e la
convivenza civile, non serve alzare muri che potrebbero mettere in pericolo
l'idea stessa di Europa.