Conferenza organizzata dall’Associazione “Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia” sul tema “alla garibaldina… : mito e verità di un’espressione”
16 dicembre 2007-sala riunioni del Centro Socio-culturale del Comune di Terni, in Via L. Aminale 20-22
Intervento di Giocondo Talamonti
La figura di Giuseppe Garibaldi è divenuta espressione di
eroismo, di combattività e di decisione, superando il suo tempo per giungere intatta fino a noi.
I tentativi di opporre l’eroe di sempre, quello dei nostri sogni di ragazzi, di studenti, di uomini, ad altri personaggi della nostra storia, con l’idea di sminuirne il contributo all’unità e alla concordia, non convince chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le fasi che hanno portato a ricomporre l’attuale territorio della nostra Italia.
Mi riferisco al maldestro intento di alcuni revisionisti, intriso di ignoranza storica e di assenza di sensibilità nei confronti di un uomo che continuerà a rappresentare per i giovani un modello di equilibrio e di volontà patriottica.
Credere nella validità delle proprie idee, dare concretezza al disegno mazziniano di una Italia comune, sacrificarsi per la causa del popolo è stata la scommessa giocata e vinta da Giuseppe Garibaldi a vantaggio di tutti, pronto all’azione, così come a fermarsi di fronte ad ordini superiori, disposto all’obbedienza e all’umiltà.
La sua capacità organizzativa, l’analisi attenta della situazione politica e sociale si tramutava sempre nella migliore interpretazione dell’azione militare, il cui esito positivo diveniva scontato per il calcolo analitico delle probabilità di riuscita.
Sarebbe utile che la sua figura fosse più spesso ricordata ai giovani studenti delle nostre scuole, ormai quasi privi di ideali cui affidare i personali progetti di vita.
L’entusiasmo che l’Uomo seppe suscitare nel realizzare il suo disegno di unificazione territoriale, vorrei fosse presente nelle attese spente dei nostri ragazzi. Ecco, è il coraggio di
agire e di dar vita a convincimenti comuni che manca oggi, relegati come siamo a giocare un ruolo senza rischi e senza slanci, sempre in attesa che sia qualcun altro a compiere passi in grado di segnare gli avanzamenti comuni. Il merito dell’Eroe dei due mondi sta nello spirito di abnegazione che ha caratterizzato l’intera sua esistenza, la capacità di calcolare i rischi, così come prevedere i risultati del suo impegno politico e sociale.
Agli ideali di libertà e di unità dei popoli non ha trovato un limite territoriale nella patria personale, ma ha saputo applicare il concetto allargandolo ad ogni realtà che anelasse a spezzare le catene della prigionia materiale e di pensiero. Combattere in Italia o a Montevideo non faceva differenza per lui, perché ambedue i popoli aspiravano a sentirsi liberi dall’oppressore.
Quanti esempi si potrebbero trarre dalla sua vita avventurosa. Ci sarebbe materiale per tutti, specie in un contesto come quello che viviamo, intasato di egoismi e protagonismi, calcoli e materialità, incapaci di vivere “alla garibaldina” , senza cioè far riferimento al tornaconto personale e con la voglia di costruire per il bene di tutti.
Ing. Giocondo Talamonti