La chiusura delle edicole e delle librerie è un segnale a cui bisogna mettere un freno


Per sopravvivere all’apertura, oggi ogni edicola è colorata con giocattoli buste a sorpresa, album, giochi da    tavolo, calendari, quaderni, figurine (un tempo c’erano solo quelle dei calciatori e qualcuna degli animali, ora ce ne sono tantissime che discendono dai videogiochi e dai cartoni animati). I giornali non consentono più guadagni all’edicolante e nonostante i tentativi di dotarsi dei nuovi elementi tecnologici (vendita delle ricariche telefoniche), ticket per l’autobus e biglietti delle lotterie, sono allarmanti le notizie di chiusura delle edicole e la conseguente perdita di posti di lavoro. Occorre agire magari prevedendo l’accesso al finanziamento pubblico per l’editoria. Certo la tecnologia non aiuta l’edicolante. I giornali riportano notizie che i social hanno già anticipato.

Dal 1990 le vendite di quotidiani e periodici si sono dimezzate, anche se resistono i settimanali di gossip e tv.

 Se poi i punti di vendita si trovano in una posizione che non si affaccia su una piazza o su strade di gran movimento di persone, tutto diventa più difficile. L’attenzione al problema merita considerazione perché la chiusura degli edicolanti coincide con la diminuzione della diffusione dei mezzi che hanno, fino ad oggi, garantito la democrazia.  La chiusura delle edicole è un segnale del peso della crisi.  Quando il fatturato non è sufficiente alla sussistenza di un punto vendita la crisi investe anche gli editori e i distributori. Parallelamente alle edicole si assiste alla chiusura delle librerie. Negli ultimi anni circa 2300   le librerie hanno chiuso i battenti non solo perché, in Italia, si legge poco, ma anche dalle nuove presenze di formati digitali: e-book e audiolibri.

La progressiva chiusura delle librerie è una grave ferita al tessuto culturale già molto fragile del nostro paese. Le piccole librerie di quartiere, sono luoghi sociali, ove si prendono e si scambiano informazioni, si fanno amicizie, magari partendo dalla lettura comune di un libro
Una mobilitazione dell’opinione pubblica sarebbe davvero utile ed opportuna.