L'assenza del sindacato preoccupa, eccome...

Cosa ci sia sotto l’atteggiamento di reciproca diffidenza fra il Governo e i Sindacati è noto a tutti.

Le parti parlano due linguaggi differenti e assolutamente incomprensibili. Renzi li snobba in virtĂą di un preconcetto, che rischia di estendersi, secondo cui molti dei mali della societĂ  italiana dipendono dal freno posto dalle rappresentanze dei lavoratori, poco favorevoli ad accettare iniziative di governo che si muovano su percorsi autonomi. I sindacati non hanno digerito ad esempio, che gli ottanta euro riconosciuti ai lavoratori in busta paga da Maggio, li abbiano esclusi da ogni trattativa. Il timore di CGIL, UIL, CISL è di non poter acquisire ‘meriti’ spendibili in consensi presso gli iscritti, con il rischio di mettere addirittura in discussione la funzionalitĂ  delle rappresentative. Ma c’è un limite a tutto. 

Oramai non si contano piĂą le dichiarazioni bellicose affidate alla stampa e le minacce di sciopero che rischiano di lacerare l’unitĂ  interna sindacale. Il tavolo di trattativa sul problema TK-AST è stata un’ulteriore penosa occasione.

Nello specifico, la reazione delle organizzazioni agli autoritarismi decisionali governativi è giustificata, visto che a perdere in fase di trattativa non sono solo le parti in causa ma gli operai e, con loro, la cittĂ . E’ comunque deprecabile e preoccupante che in una fase di delicata ridefinizione dei programmi industriali e occupazionali manchino i piĂą autorevoli interlocutori a salvaguardia degli interessi dei lavoratori. 

Il timore che l’AST non conservi il suo originario carattere di sito produttivo integrato è serio e in questa dannata ipotesi l’azienda sarebbe condannata al declino. Le acciaierie della nostra cittĂ  devono continuare a svolgere un ruolo strategico nel panorama siderurgico nazionale ed europeo. L’Antitrust della ComunitĂ  non ha tenuto conto degli interessi locali, nĂ© ha vagliato l’impatto che questo tipo di societĂ  può avere nell’economia del territorio, consentendo, al contrario, alla multinazionale finlandese Outokumpu di disfarsi dell’impianto e alla Thyssenkrupp di fare una mera operazione finanziaria. Serie preoccupazioni si aggiungono all’ambientalismo ‘a tutti i costi’ che vedono il protagonismo di organizzazioni nazionali, quasi fossero solo loro a voler declinare sviluppo e salute.

Bene, quindi la presenza al tavolo governativo di istituzioni e controparti, ma l’assenza dei sindacati preoccupa, eccome…

Terni, 6 giugno 2014



Giocondo Talamonti
Associazione E. Berlinguer"